giovedì 4 agosto 2016

Gli Scomparsi



LA LOGICA MISTERIOSA DEI CONTRATTEMPI
Dopo più di  dodici anni di attesa esce finalmente con LietoColle  “Gli Scomparsi” di Maria Grazia Calandrone
di Bonifacio Vincenzi

In una intervista del 2010 rilasciata a Michele Fianco, Maria Grazia Calandrone   alla domanda         ( C’è un’opera che avresti voluto pubblicare e che o non è stata pubblicata o ha avuto vicissitudini editoriali particolarmente difficili?), così aveva risposto:

“Sì, in effetti c’è un libro inedito del 2004 che ha vissuto una comica vicissitudine. Un anno dopo averlo concluso in un insolito impeto di autopromozione lo mandai all’indirizzo postale Einaudi che trovai in rete e dopo due mesi ricevetti la telefonata entusiasta di una redattrice che mi comunicava che il volume aveva oltrepassato diversi stati di selezione. Poi, il silenzio ricadde su Gli Scomparsi. Parlo e leggo da molti anni da questo libro: si tratta di un volume su alcune storie tratte dal programma televisivo Chi l’ha visto. Un anno più tardi ne pubblicai estratti su "Nuovi Argomenti" e su "L’Almanacco dello Specchio" Mondadori, che mi valsero la memorabile telefonata del redattore (a me all’epoca vergognosamente sconosciuto) di una casa editrice, il quale mi comunicava che l’opera, io volendo, sarebbe stata gloriosamente inserita nella programmazione della casa editrice medesima. Dissi certo che sì, e ritenendola cosa fatta lasciai il volume nelle loro mani per i successivi due anni: era imminente la pubblicazione de La macchina responsabile con Crocetti e non volevano giustamente sovrapporre le uscite, dunque Gli Scomparsi sarebbe uscito nel 2008. Ma un anno e mezzo più tardi il direttore della casa editrice ha sfortunatamente ritenuto opportuno chiudere i battenti senza prima esaurire i titoli già in programma.”

Ora, dopo più di dodici anni di misteriose vicissitudini  Gli scomparsi esce finalmente con LietoColle in una collana importante, la “Gialla Oro”, condivisa con un’istituzione altrettanto importante,  Pordenonelegge. Chissà, questi contrattempi avevano una loro logica misteriosa che probabilmente capiremo meglio seguendo il percorso e il destino del libro nei prossimi mesi.

Al di questo richiamo profetico la sensazione di trovarsi davanti ad un libro importante appare già abbastanza evidente.

“Questo libro – scrive Maria Grazia Calandrone nella “nota dell’autrice” -  è dedicato ad alcune vite incontrate grazie al museo dinamico dello schermo televisivo. Televisione, internet, realtà virtuale: mezzi nei confronti dei quali la scimmia nuda che siamo nutre sentimenti ancora sperimentali. Ma Chi l’ha visto? ha raggiunto la parte di me più profonda e più viva, ovvero la rabdomante della poesia nella faccia più cruda della realtà. (…)

Non è mai un’operazione facile per un poeta, anche di grande talento,  calarsi nella cruda realtà. Al di  là della  naturale disposizione alla poesia,  delle capacità  espressive e delle forse intuitive   nello scegliere, utilizzare e collegare le conoscenze, ci vuole una buona dose di coraggio che alla Calandrone certo in questo caso non è mancata.


Leggendo queste sue poesie ci sembra di stare profondamente immersi nella realtà di alcune vicende che conosciamo bene. In una sorta di miracolo di stile la sua poesia scivola sulla pagina silenziosa e “crudele” come crudele è  la realtà,  la vita, il destino; come crudele e implacabile è il corso del tempo che tutto muta, logora e sospinge verso l’inevitabile scomparsa.

Chi l’ha visto? è, in un certo senso, una trasmissione che ci è cara perché illumina spesso gli ampi spazi dell’oblio lottando contro  questa nostra disposizione, molto “aiutata” in questi ultimi anni, bisogna dirlo,  da poteri forti e occulti, a lasciarci tutto alle spalle velocemente. Non è certo un’oscenità affermare che la memoria collettiva di anno in anno si accorci sempre di più. Ci avviamo a diventare in un tempo non molto lontano esseri senza più  memoria.

Paradossalmente i famigliari degli scomparsi sono gli unici che vanno controcorrente.  Vivono, infatti,  in una condizione di costante attesa  e gli anni che passano, fino a quando il nodo del dubbio non viene definitivamente sciolto,  rimangono accesi e vivi alleati del presente …

Di mattina alle sette/ già stavo al brefotrofio/ e mi hanno detto Non ci pensare, non tornare più, l’hanno portata/ via, né morta/ né viva. Io/ mi sono messa a sedere/ sulla panchina, non mi sono più mossa/ per giorni.// Gli oggetti (maneggiati, amichevoli /volumi sotto sequestro) parlano/ di lei sempre più solitaria e felice: lasciava/ gli orti di guerra tenendo/ davanti agli occhi/ niente, solo la foto. (La rete con il peso del glicine e il vento)

La luce della poesia di Maria Grazia Calandrone    illumina esseri e vicende, si fa tempo che si rinnova, si fa vita sulla pagina. Ciò che  lascia è la traccia che uno sguardo, spesso solitario,  sentirà il bisogno di seguire fino alla profondità del suo  essere.


LietoColle





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