domenica 25 giugno 2017

Riflessioni sugli spazi da riempire



Il battito del fluire nella poesia di Carla Vidussi
di Bonifacio Vincenzi

La poesia e la vita. La poesia e i sogni. La poesia e la realtà. La poesia e il viaggio. E poi? Poi c’è la pagina, c’è il mondo che ci portiamo dentro. Non ha importanza dove siamo e quanto abbiamo imparato a dimenticare: il nostro mondo è lì dentro di noi, pronto a sostenerci o a condannarci.
È sicuramente una raccolta di poesia che ho amato molto questa di Carla Vidussi, Riflessioni sugli spazi da riempire (Macabor Editore, 2017). Le ragioni possono essere tante ma sono legate comunque al mio particolare sentire che, ad una carezza di sguardo, si incontra con la vita, l’anima di chi scrive. La grande magia della lettura e del libro.
Ma torniamo alla Vidussi che ci ha tenuto, in una nota,  a dare delle coordinate ai suoi lettori per accompagnarli nel viaggio della sua anima:

“Ogni volta che scrivevo, quando scrivevo queste poesie, mi sentivo così piena di qualcosa dentro, pronta a esplodere, a correre tre volte intorno alla città, a bere quattro caffè di fila… mi spiego? Mi sentivo, a volte, un po’ come quando Hemingway parlava dell’Africa e diceva di sentirsi felice “come ci si sente quando si è stati con una donna che si ama veramente, quando, svuotati, lo si avverte che rinasce e gonfia su di nuovo, è lì e non si potrà avere del tutto ma pure quel che c'è ora si può avere, e se ne vuole sempre di più, per averlo ed essere e viverci dentro, per possederlo ora di nuovo e per sempre…”. Pazzesco, no? In nessun modo sto cercando di paragonarmi a Hemingway, però, se vale qualcosa, volevo dire che quando scrivevo queste poesie ero spinta da un’urgenza simile. L’onesta urgenza del bisogno di esprimersi, questo è quello che ho da offrire.”
L’onesta urgenza del bisogno di esprimersi, questo è quello che ho da offrire.
Ed è già offrire tanto di sé nel battito del fluire di un’anima incapace di mentire.

È un libro bellissimo da leggere assolutamente.

venerdì 16 giugno 2017

Sei fiabe per un sorriso



Il mondo fantastico e bellissimo della fiaba nel libro edito da Macabor e curato da Gabriella Serrone
di Bonifacio Vincenzi

La vita, il mondo, i sogni, la realtà; la storia degli uomini, delle donne, dei bambini, degli anziani. E ancora, gli animali, le cose …
Tutto, insomma, il mondo della fiaba accoglie, trasforma, accompagna verso una felicità che è sempre lì che aspetta alla fine di ogni storia.
Bene, il recente lavoro della pugliese Gabriella Serrone, Sei fiabe per un sorriso (Macabor Editore, 2017), un lavoro, per certi aspetti, sorprendente, è il mondo della fiaba che incontra, presentando ai lettori sei fiabe, cinque delle quali, scritte da autori italiani che amano cercare in questo mondo fantastico delle risposte per loro stessi e per i loro lettori e mi riferisco a Sara Conci di Trento, Fulvio Gagliardi di Napoli, Nicola Maggiarra di Latina, Caterina Merolli di Pescara e Caterina Misuraca di Milano.  
L’altra fiaba, invece, è stata scritta da una giovane autrice calabrese, Caterina Chiaradia, di soli dodici anni, la cui freschezza espressiva fa comprendere come a questo mondo, considerando l’innocenza della sua età,  sia ancora, beata lei,  tanto vicina.

Questo libro, scrive Gabriella Serrone  nell’introduzione “proverà ad essere uno scacciapensieri ed al tempo stesso un incoraggiamento ad andare oltre i propri limiti, con le sole armi dell’amore, della concordia e della condivisione. Tre valori a rischio estinzione al giorno d’oggi, ma che le sei fiabe di questa raccolta aiutano a riscoprire ed a riassaporare, sussurrandoci di prendercene cura, giorno dopo giorno, per piantare semi di gioia e speranza per il futuro.”
È una visione, questa della Serrone che, dopo aver letto il libro, ci sentiamo di condividere pienamente.